Il sesso e il genere

L’esclusione delle donne nelle società moderne

Il sesso e il genere. L’esclusione delle donne nelle società moderne. Di Eleni Varikas, EdizioniAlegre.

Cos’è il genere? Su quali presupposti e principi teorici si fonda? Quali griglie di lettura abbiamo per pensare la “differenza tra i sessi?” Quali concetti permettono di comprendere le logiche di esclusione delle donne nelle società moderne?

Al di là del determinismo biologico, questo libro analizza la categoria del sesso in termini di rapporti sociali e di potere. Con un approccio che sottolinea le “diffenziazioni” piuttosto che “la differenza”, l’autrice mette in luce come il genere sia storicamente un principio organizzatore della politica, che ordina la diversità umana in due gruppi costituiti in modo gerarchico e autoritario. Sesso e genere possono invece essere ripensati come ricerca di modalità di autodefinizione democratica delle cittadine e dei cittadini.

AUTRICE: Eleni Varikas, di doppia cittadinanza greca e francese, insegna scienze politiche e teoria di genere all’Università Paris VIII ed è ricercatrice al Cnrs. La sua opera Penser le sexe et le genre, qui tradotta, è stata pubblicata da Puf, Paris 2006. I suoi scritti sono stati tradotti in inglese, tedesco,  portoghese, spagnolo, turco e greco. La sua pubblicazione più recente è Les rebuts du monde. Figures du paria, Stock, Paris 2007

Posted in bibliografia | Comments Off on Il sesso e il genere

8 marzo 2009

È l’8 marzo ma non c’è nulla da festeggiare.
Le violenze e gli stupri contro le donne sono all’ordine del giorno e la cultura patriarcale e sessista le strumentalizza per giustificare i pacchetti-sicurezza xenofobi e razzisti.

La donna è la prima vittima della crisi economica: la detassazione dello straordinario è stata finanziata con i fondi destinati ai progetti e ai centri contro la violenza. E’ stata cancellata la legge contro le dimissioni in bianco, è stata innalzata a 65 anni l’età per poter far andare in pensione le donne e il governo si sta preparando per ridurre i tempi per i congedi di maternità.

Perdura l’emergenza dei consultori pubblici nella nostra regione, costantemente sotto attacco: si chiudono consultori e si riducono gli orari in continuazione; l’obiezione di coscienza all’interruzione di gravidanza, in Veneto attorno al 90% dei medici, obbliga le donne ad inaccettabili ritardi nelle prestazioni o addirittura alla migrazione verso le strutture sanitarie di altre regioni. E adesso la Regione Veneto ha pure emanato una delibera affinché ai consultori si affianchino le strutture del “Movimento Per la Vita”, organizzazione confessionale antiabortista che già da alcuni anni prova ad imporre la sua presenza moralistica nelle strutture dove si pratica la IVG. Oltretutto verrebbero pagati con i soldi pubblici!!

DAVANTI A TUTTO QUESTO NOI OGGI SCEGLIAMO LA LOTTA!!

Contro la violenza su donne e lesbiche, contro le politiche del lavoro sessiste e discriminatorie nei confronti delle donne  e contro le politiche sicuritarie razziste.
Per il potenziamento dei consultori pubblici, laici e gratuiti, rispettosi delle scelte delle donne; vogliamo più accessibilità a contraccettivi e alla RU486 e provvedimenti volti a garantire la presenza costante di medici non obiettori in qualsiasi struttura che pratichi l’interruzione volontaria di gravidanza.

PER UN OTTO MARZO CONTRO LE INGERENZE VATICANE SUI NOSTRI CORPI

Posted in 194 | Comments Off on 8 marzo 2009

IL PATRIARCATO C’E’ L’HA INSEGNATO LO STUPRATORE E’ PROGRAMMATO!

Giovedì a Venezia si è tenuto un rumoroso e lumiso corteo contro la violenza degli uomini sulle donne. Il corteo, che ha fatto sfilare assieme le donne dell’ass.194, donne veneziane e alcune giovani studentesse, ha sicuramente attirato l’attenzione delle molte lavoratrici che proprio a quell’ora transitano per piazzale roma per tornare a casa dal lavoro. Molte sono state quelle che pur non partecipando al corteo si sono fermate un pò, hanno chiesto informazioni e preso dei volantini.

Dopo un lungo sit in corteo ci siamo lentamente spostate verso campo S.Geremia dove ci sono stati gli internenti finali ed è stato distribuito alle partecipanti una piccola guida di autodifesa.

le foto di maria:009_01_12 CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE

 

 

Posted in MOBILITAZIONI | Comments Off on IL PATRIARCATO C’E’ L’HA INSEGNATO LO STUPRATORE E’ PROGRAMMATO!

12 FEBBRAIO H.18.30 P.LE ROMA – VENEZIA – CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE

Una donna su tre al mondo è vittima di stupri e di violenze per mano maschile.   Da un’indagine Istat del 2006 emerge che in Italia 7 milioni di donne tra i 14 e i 59 anni hanno subito violenza, fisica o sessuale, nel corso della loro vita, dentro e fuori la famiglia.  Gli stupri e i tentati stupri avvengono ad opera di familiari. Solo il 3,5% avviene per mano di estranei. Più frequentemente si tratta di amici (23,8%), conoscenti (12,3%), fidanzati o ex fidanzati (17,4%), mariti o ex mariti (20,2%).  I luoghi più a rischio sono i più familiari. Solo il 21% delle violenze sessuali avviene per strada. Nel resto si tratta di casa propria, di case di amici, di parenti o dell’aggressore.   Quando avviene la violenza sessuale, questa è spesso violenza ripetuta e le donne non se la sentono di denunciarla nel 90% dei casi. 
Un terzo delle donne non ne parla con nessuno.
QUESTI NON SONO NUMERI ASTRATTI, QUELLE DONNE SIAMO NOI ! ! !
Le donne, fin dalla più tenera età, sono condizionate ad accettare di recitare dei “ruoli”: essi comprendono stili di comportamento, attitudini, valutazioni, giudizi morali. Questo sistema dei ruoli è continuamente reiterato ed incoraggiato dai prodotti culturali, dai media, persino dai programmi scolastici. L’addestramento sociale su quanto si conviene alle donne e quanto si conviene agli uomini insegna alle prime ad essere vittime, ed ai secondi ad essere aggressori.  L’alta incidenza degli stupri e delle violenze sulle donne è semplicemente uno dei risultati dello sbilanciamento di potere fra uomini e donne. Ci si attende che le donne assumano, nei riguardi degli uomini, un atteggiamento subordinato in quanto ritenute inferiori:  di conseguenza, lo stupro non è che una logica estensione di tale rapporto di dominio.
DENUNCIAMO la cultura dello ‘stupro’ di cui si nutre la società patriarcale! 
VOGLIAMO abbattere la relazione di dominio fra uomini e donne, condurre una battaglia culturale che sconfigga una volta per tutte patriarcato, maschilismo, sessismo e omofobia, per cominciare a costruire un nuovo patto di convivenza tra uomini, donne, lesbiche, gay, trans!
Casi recenti dimostrano inoltre come i media e le alte cariche istituzionali vorrebbero portare le donne a pensare che un toccamento casuale o un commento a sfondo sessuale non siano altro che una forma di elogio alla loro “desiderabilità”. La mancanza di chiarezza su cosa sia un comportamento insultante per una donna e l’ambivalenza con cui i media considerano questi fenomeni, fanno sì che essi non vengano riconosciuti come aggressioni.
DENUNCIAMO la mistificazione della violenza maschile agita attraverso un linguaggio sessista e rispondente ai desideri maschili!
Le istituzioni e i media ancora una volta non hanno alcun ritegno nell’usare le donne che subiscono violenza per parlare di altro e per distogliere l’attenzione dal fatto che la violenza contro le donne la compiono sempre uomini di qualunque nazionalità e classe sociale essi siano.
DENUNCIAMO  LA VIOLENZA MASCHILE COME QUESTIONE POLITICA CONTRO LA NOSTRA  LIBERTA’ E NON COME EMERGENZA PER LEGITTIMARE IL NUOVO PACCHETTO SICUREZZA (ddl733)  ESPRESSIONE DI UNA POLITICA ESPLICITAMENTE RAZZISTA che individua nelle persone migranti il pericolo e nelle donne il soggetto debole da difendere.
Diciamo NO ad uno stato di paura che ci vuole docili, creato ad arte per tenerci chiuse in casa e sul nostro posto di lavoro. Scendiamo nelle strade, trasformando la nostra rabbia in lotta, riprendiamoci la notte e liberiamo le nostre città!

  logo manifestazione

 

Continue reading

Posted in MOBILITAZIONI | 1 Comment

– MOVIMENTO PER LA VITA + AUTODETERMINAZIONE

 Oggi nella nostra città sfileranno i fanatici antiabortisti del
“Movimento Per la Vita”, gli stessi che dal 2006 con una proposta di
legge (il famoso pdl3) tentano di imporre la presenza di volontari
cattolici e della loro morale all’interno di consultori e corsie
ospedaliere. Sono gli stessi che considerano un embrione più importante
della vita di una donna, e che non vogliono rispettare la libertà di
scelta del testamento biologico.
Ma quale “vita” pensate di difendere? Queste persone non hanno il diritto di imporci le loro idee!!

Noi del collettivo femminista e lesbico VengoPrima!, che insieme
all’Assemblea 194 ed altre/i cittadine/i nel 2006, abbiamo già fermato
con una grande mobilitazione il pdl3, ribadiamo l’importanza
dell’autodeterminazione  delle donne e della libertà di scelta
responsabile in ogni fase della vita.  

E per questo vogliamo il potenziamento dei consultori pubblici, laici e
gratuiti, rispettosi delle scelte delle donne; campagne di informazione
su contraccezione, prevenzione e salute; accessibilità economica e
facile reperibilità di tutti i contraccettivi, compresa la pillola del
giorno dopo; possibilità di ricorrere a tecniche non chirurgiche e meno
invasive di aborto come la Ru486; provvedimenti volti a garantire la
presenza costante di medici non obiettori in qualsiasi struttura che
pratica l’interruzione volontaria di gravidanza e la modifica della
legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita.

Inoltre accogliamo e rilanciamo l’appello NO VAT 2009 per un 14 febbraio a Roma che rivendichi:

AUTODETERMINAZIONE, LAICITA’, ANTIFASCISMO,  LIBERAZIONE E    CITTADINANZA .

Posted in 194 | 1 Comment

NO VAT 2009

st1:*{behavior:url(#ieooui) } /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:”Tabella normale”; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:””; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:”Times New Roman”; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}

st1:*{behavior:url(#ieooui) } /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:”Tabella normale”; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:””; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:”Times New Roman”; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}

Concentramento in Piazza della Repubblica – ore 14

 

 
A
ottant´anni dai Patti lateranensi tra Pio XI e Mussolini (11 febbraio
1929), in piena crisi del sistema neoliberista permangono le connivenze
tra stato autoritario e Vaticano, vero cuore del Concordato. Decenni di
sdoganamento istituzionale del fascismo trovano rispondenza nel
revisionismo di Ratzinger su Pio XI e Pio XII, complici del fascismo,
del nazismo e della deportazione ed eliminazione di donne e uomini
considerati ‘diversi’.

Stipulati
per la difesa dei reciproci privilegi, i Patti lateranensi e la loro
versione aggiornata nel Concordato dell´84 sono potenti strumenti di
controllo. In loro nome la religione cattolica e i suoi simboli
continuano ad imperversare, alimentando la logica dello "scontro di
civiltà" e un clima in cui autodeterminazione, laicità, ateismo e
libertà di pensiero sono stigmatizzati e spesso puniti come atti di
terrorismo culturale.

La
manifestazione NO VAT – rivendicando autodeterminazione, laicità,
antifascismo, liberazione e cittadinanza – ha l´obiettivo di denunciare
il progetto di egemonia del Vaticano e la sua funzionalità ad un
sistema sessista, fascista e razzista, nonché il suo ruolo nella
gestione delle crisi del sistema neoliberista.

Come in un gioco delle parti, in tempi di crisi economica, a un welfare differenziale
e ridotto all´osso alla progressiva distruzione di uno stato sociale
che, almeno sulla carta, offriva garanzie a tutte e tutti, la chiesa fa
eco con "soluzioni" caritatevoli discriminatorie e familiste.

Intanto
i tagli all´istruzione e alla sanità pubblica continuano a garantire un
incessante flusso di denaro nelle casse di scuole e università
confessionali, di cliniche e ospedali cattolici.

La
distruzione della scuola pubblica denunciata dall’"onda studentesca"
dell´autunno 2008, ha non solo la finalità di indirizzare altrove le
risorse, ma anche quella – ben più grave nei tempi lunghi – di
sottrarre alle nuove generazioni gli strumenti di conoscenza, di
crescita del senso critico e di conseguente lettura dei meccanismi di
potere.

In
Italia le associazioni cattoliche ingrassano il portafogli tra
interventi sociali e gestione diretta di alcuni CIE – Centri di
identificazione ed espulsione – e CARA – Centri d´accoglienza dei
richiedenti asilo. Così facendo avallano la gestione securitaria del
fenomeno dell´immigrazione e controllano un esercito di riserva di
lavoratori e lavoratrici provenienti da altri paesi. E intanto si
accaparrano la gestione delle emergenze internazionali per moltiplicare
il business: aids, campi profughi, aiuti umanitari.

Sul
piano ideologico, le gerarchie vaticane difendono e rafforzano la
subordinazione patriarcale di un sesso all´altro, facendo guerra al
concetto di gender che decostruisce la "naturalità" dei ruoli
tra donne e uomini e portando questa guerra ideologica nell´ambito
della loro costante intromissione nelle politiche degli organismi
nazionali e internazionali (ONU, Unione Europea).

Il
papato dell´integralista Ratzinger, attraverso il controllo sulla
nascita e sulla morte pretende di gestire e ridisciplinare i corpi e le
forme di vita; gli anatemi vaticani contro ogni istanza di
autodeterminazione vanno di pari passo al moltiplicarsi di ordinanze e
divieti di sindaci-sceriffi. La famigliola da pubblicità televisiva è,
così, imposta da stato e chiesa come modello unico di rispettabilità e
chi non vi corrisponde diventa indecoroso/a quando non addirittura
pericoloso/a.

A
ottant’anni dai Patti lateranensi, stato e gerarchie vaticane mirano a
neutralizzare il conflitto sociale anche producendo nuove marginalità
da stigmatizzare e nuovi "scarti" da criminalizzare col pretesto della
"sicurezza".

Sappiamo bene cosa si nasconda dietro queste campagne d´odio: la paura di perdere i privilegi e il potere.  

Ma la loro paura non vogliamo pagarla noi!

Alziamo la testa. Diciamo con determinazione che non abbiamo paura di far paura.

Denunciamo
le connivenze tra stato e chiesa nella gestione delle politiche
securitarie, razziste, transfobiche, lesbofobe, omofobe e misogine e
torniamo di nuovo in piazza il 14 febbraio 2009, con la manifestazione NO VAT per

· l´autodeterminazione e la libertà di scelta responsabile in ogni fase della vita;

· l’istruzione pubblica e laica e l’abolizione dell’ora di religione;

· un sistema sanitario pubblico e laico;

· uno stato sociale che risponda alle necessità reali dei diversi soggetti;

· i diritti e la piena cittadinanza di lesbiche, trans, gay e migranti;

· l´eliminazione
delle leggi ideologiche dettate dal Vaticano e la cancellazione della
legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita;

· l’abolizione del Concordato e dei privilegi derivanti (esenzione ICI, otto per mille…).

 

Coordinamento Nazionale Facciamo Breccia

www. facciamobreccia.org

Posted in MOBILITAZIONI | Comments Off on NO VAT 2009

INDECOROSE!

/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Tabella normale”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:”Times New Roman”;
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}

In preparazione della manifestazione del 13 dicembre ADESCHIAMO I DIRITTI
contro il ddl Carfagna,a Roma, il collettivo VengoPrima!
vi invita al cineforum, organizzato dall’Assemblea194 di Venezia e
Mestre
, sul tema della prostituzione. Fenomeno complesso continuamente
affrontato in maniera riduttiva e moralistica, senza ascoltare le voci di
quelle persone che praticandola vorrebbero essere tutelate con dei diritti e
protette dalle violenze e dallo sfruttamento di chi le riduce in schiavitù.

Le istituzioni, attraverso le leggi come il ddl Carfagna, cercano di
nascondere questo fenomeno facendolo apparire come un problema di decoro
pubblico, spazzandolo sotto il tappeto e mettendolo fuori legge. Con questi
film proposti dal cineforum si vuole lasciar parlare la prostituzione stessa
attraverso storie di vita diverse tra loro; a volte sono storie crude e
crudeli, a volte parlano di libere scelte di donne che ritengono che
prostituirsi sia semplicemente un lavoro. Tre film per pensare, ripensare e
dibattere sul tema caldo della prostituzione, sulla sua criminalizzazione e sui
falsi moralismi connessi ad essa.

 

Giovedì 27 novembre 2008 h.21

Lilja 4-ever

Svezia, 2002

di Lukas Moodysson con Oksana Akinshina, Artyom Bogucharsky, Tomasz Neuman.

Vincitore di numerosi premi internazionali.

Adolescente nel deserto sociale del post-crollo sovietico, Lilja sogna
di emigrare, anche solo per dire addio a quei coetanei che nel branco
ridono di lei. Tutto sembra bloccato, la miseria economica è miseria e
meschinità sociale, ruvida competizione per le magre risorse.
L’Occidente ricco e opulento tanto sognato si rivelerà più che una
delusione.

 

Lilja 4_ever
 

Giovedì 4 dicembre 2008 h.21

Monster

Usa/Germania, 2003
di Patty Jenkins con Charlize Theron, Christina Ricci, Kaitlin Riley.
Oscar come migliore attrice protagonista, Orso d’argento migliore attrice e decine di altri premi internazionali.

"La via della prostituzione, e lo ribadisce anche il personaggio, non è
la via più facile, non lo è assolutamente. A volte è l’unica via. Una
via dalla quale non si riesce ad uscire." Aileen, la protagonista, è un
uragano, una forza della natura che non china la testa di fronte alle
ingiustizie, ma si ribella, distruggendo tutto quello che ritiene
insopportabile, tutto quello che ha distrutto lei e la sua vita: il
cinismo, la violenza, l’animalità, gli uomini. Ispirata a una vicenda
vera, quella di Aileen Wuornos detta Lee, una prostituta autrice di
molti omicidi e poi uccisa con una iniezione letale nel 2002, dopo aver
trascorso dodici anni nel braccio della morte in Florida.

monster
 
Giovedì 11 dicembre 2008 h.21

Adua e le compagne

Italia, 1964
di Antonio Pietrangeli scritto da Ruggero Maccari, Antonio Pietrangeli,
Tullio Pinelli ed Ettore Scola. Con Simone Signoret, Marcello
Mastroianni, Gina Rovere, Sandra Milo, Emmanuelle Riva. Presentato alla
XXI Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 1960.

La chiusura delle case di tolleranza lascia quattro amiche prive della
loro fonte di sussistenza, si danno quindi da fare per allestire una
trattoria da gestire assieme. Senza scandalo o denuncia, Pietrangeli si
mette, quasi invisibile, dalla parte delle sue protagoniste, senza
accontentarsi di descrivere con precisione il mondo che impedisce loro
una vita diversa ma offrendo finalmente allo spettatore di conoscerle
prima di giudicarle o compiangerle.

Adua

 I dibattiti con proiezione del cineforum si svolgono nella
sala cinema del centro CZ95 alla Giudecca, Venezia. Fermata linee Actv
Giudecca/Zitelle (numeri 41,42,2,N) ogni 10/15 minuti, a 5 minuti da
S.Zaccaria-S.Marco. mappa

 

Posted in sexworkers | Comments Off on INDECOROSE!

ADESCHIAMO I DIRITTI!!

/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Tabella normale”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:”Times New Roman”;
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}

 

ADERISCI ALLA MANIFESTAZIONE

CONTRO IL DDL CARFAGNA SULLA
PROSTITUZIONE

SABATO 13 DICEMBRE A ROMA

Dalla
presentazione del Disegno di Legge Carfagna sulla prostituzione e con le
ordinanze di tanti Sindaci in Italia si è creato un pericoloso clima di
intolleranza verso tutte le persone che si prostituiscono. Insieme al ddl si
sono avviate campagne politico-mediatiche per alimentare l’allarme sociale e la
paura dei cittadini. Sulle persone socialmente «deboli» (della cui sicurezza
non ci si preoccupa), si vuole oggi indirizzare l’insicurezza e la paura della
gente facendole diventare il capro espiatorio su cui sfogare le frustrazioni di
un Paese che sta impoverendo in tutti i sensi.

 

La «sicurezza» sta diventando l’abbaglio e il pretesto per
escludere e discriminare i più «deboli», i «diversi» e gli «stranieri», nei
confronti dei quali sono aumentate aggressioni, violenze, discriminazioni che
si fanno passare come normali, endemici e scontati atti di violenza
metropolitana, sottacendone l’origine razzista, sessista, omo-transfobica.

Sulla paura e sull’insicurezza si sono costruite campagne
che non risolvono ma ingigantiscono i problemi, dei quali si continua a non
considerare le cause cercando semplicemente di eliminare gli effetti per mezzo
della ricetta più semplice, quella di nascondere.

Esattamente
quello che si sta  tentando di fare con
la prostituzione:
renderla invisibile.

Ma in questo modo
non si tutelano i diritti di nessuno. In questo modo si riducono i diritti di tutti:

·        
il ddl Carfagna sulla
prostituzione non tiene assolutamente in considerazione l’esperienza di tutte
quelle persone (trans, donne, uomini) che hanno scelto liberamente di vendere
prestazioni sessuali, né risponde ai bisogni delle persone che esercitano la
prostituzione per vivere o sopravvivere. Le emargina soltanto, senza neppure
offrire una alternativa;

·        
inoltre,
contrariamente a quanto afferma il Governo, il ddl aggrava la condizione di chi
è sfruttato ed è vittima della tratta di esseri
umani, fenomeno molto
frequente, che riguarda moltissime persone straniere che si prostituiscono in
strada, spingendo le persone nel sommerso di
appartamenti e locali, rendendole irraggiungibili e completamente sotto il
controllo degli sfruttatori;

·        
infine, il disegno di
legge non renderà i cittadini più sicuri, poiché la sicurezza si costruisce
innanzitutto creando condizioni di benessere diffuso, di convivenza pacifica,
di rispetto, di pari opportunità, di diritti per tutti e non spingendo al
chiuso e nei ghetti fenomeni sociali e persone che fanno parte della nostra
società. 

 

Questo
ddl  attacca i principi di libertà
garantiti dalla Costituzione, priva  di
diritti le persone che esercitano la prostituzione, minaccia seriamente la loro
salute e la loro sicurezza,
non tutela
l’incolumità delle vittime di sfruttamento, non permette di portare avanti i
servizi che da anni operano attività di riduzione del danno e di prevenzione
sanitaria che da sempre garantiscono il diritto alla salute dell’intera
comunità (contatto, informazione, sensibilizzazione ed accompagnamento che
svolgono gli operatori sociali direttamente in strada con le persone che si
prostituiscono). Questo ddl rischia inoltre di depotenziare il sistema di
tutela e assistenza delle vittime di grave sfruttamento e tratta di persone,
che pure rappresenta un punto di eccellenza dell’Italia nel panorama
internazionale: le vittime non avranno più accesso ai programmi di aiuto poiché
non potranno essere più contattate dalle unità di strada, ed anche per le forze
dell’ordine il contatto sarà più difficile.

Ci opponiamo al ddl perché crediamo che le
persone debbano essere:

 

LIBERE DALLA VIOLENZA

a cui  vuole condannare il ddl Carfagna costringendo
le persone ad esercitare la prostituzione al chiuso, dove è più difficile
difendersi dalla violenza e dove aumenta la precarietà.

Il ddl non considera il fatto che
chi si prostituisce non commette reati contro terzi ma spesso li subisce
(violenze, stupri, rapine, sfruttamento, riduzione in schiavitù); non considera
inoltre che violenza, sfruttamento, riduzione in schiavitù già sono presenti in
una parte della prostituzione al chiuso esercitata negli appartamenti o tramite
i locali notturni.

Il ddl inoltre, in evidente
violazione degli obblighi costituzionali ed internazionali assunti dallo Stato
italiano relativamente alla protezione dei minori,  prevede il rimpatrio forzato delle persone
minorenni non italiane che si prostituiscono, costringendole a tornare nei
luoghi dai quali sono fuggite. Questo significa molto spesso immettere una
seconda volta le vittime nel circuito dello sfruttamento e in una condizione di
vulnerabilità ancora maggiore.

 

LIBERE DI POTER ACCEDERE E DI USUFRUIRE DI
SERVIZI E OPPORTUNITA’

mentre invece il ddl Carfagna –
con il suo estremismo securitario e la sua impostazione esclusivamente
repressiva –  toglie ogni prospettiva
futura per chiunque voglia abbandonare la prostituzione. Le persone trafficate
vedranno ridotte drasticamente le loro possibilità di accedere ai programmi di assistenza
e protezione sociale in quanto sempre più irraggiungibili dagli operatori
sociali ma anche dalle forze dell’ordine, che verranno viste come nemiche
anziché come un punto di riferimento. A chi esercita la prostituzione per
mancanza di alternative e a causa della discriminazione (si pensi alle
transessuali), non viene offerta alcuna alternativa, nessuna misura di supporto
all’inclusione sociale e all’inserimento lavorativo.

 


LIBERE DI SCEGLIERE

mentre il ddl Carfagna non tiene
in considerazione il fatto che la prostituzione possa essere una scelta, né
garantisce aiuto alle vittime di tratta e sfruttamento, né offre alternative a
chi vorrebbe abbandonare l’attività prostitutiva ma ha bisogno di un sostegno.


LIBERE DAL PREGIUDIZIO

mentre il ddl, criminalizzando la
prostituzione, aumenta lo stigma e il pregiudizio verso chi la pratica,
esponendo le persone a violenze, persecuzioni, discriminazioni e maggior
emarginazione. 

 

LIBERE DI AGIRE

mentre il ddl, per salvaguardare
il «pubblico pudore», impone norme di comportamento a tutte e tutti. In questo
modo si limita la libertà, l’autodeterminazione e  si ledono i diritti.

 

Per tutti questi motivi stiamo promuovendo un evento pubblico a Roma
per il 13 dicembre 2008 e ci auguriamo di poter contare sulla più ampia
partecipazione.
Un evento che veda insieme le persone che si prostituiscono, gli
operatori sociali, la cittadinanza, personaggi del mondo dello
spettacolo e della cultura. Una manifestazione per i Diritti e per la
Libertà di Scegliere.

Per aderire all’iniziativa nella qualità di enti sostenitori, siete pregati di scrivere alla seguente mail: adesione13dicembre@gmail.com     

Questo è l’elenco degli enti promotori:

–    ARCI
–    ASGI
–    Associazione Cantieri Sociali
–    Associazione Giraffa
–    Associazione  Libellula
–    Associazione NAGA
–    Associazione  On the Road
–    Associazione radicale Certi Diritti
–    CNCA – Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza
–    Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute
–    Consorzio di cooperative sociali “GESCO Campania”
–    Coooperativa Sociale Dedalus
–    Coordinamento transessuale “Silvia Rivera”
–    Gruppo Abele
–    La strega da bruciare
–    MIT – Movimento di Identità Transessuale
–    PIAM onlus
–    Provincia di Pisa
–    Rivista Carta

–    Sexyshock
–    Ufficio Pastorale Migranti Piemonte

Posted in sexworkers | Comments Off on ADESCHIAMO I DIRITTI!!

Violenza sulle donne – dati Istat 2007

Normal
0
14

false
false
false

MicrosoftInternetExplorer4

/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Tabella normale”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:”Times New Roman”;
mso-ansi-language:#0400;
mso-fareast-language:#0400;
mso-bidi-language:#0400;}

In vista della manifestazione nazionale della prossima settimana,
eccovi alcuni dati Istat che ho trovato sui quali riflettere un po’. Sono
aggiornati all’anno scorso e forse un po’ lunghi da leggere, ma a volte i
numeri parlano più di mille parole…

 

Per quanto riguarda la violenza
domestica sono stimate in 6 milioni 743 mila le donne da 16 a 70 anni
vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita (il 31,9%
della classe di età considerata). 5 milioni di donne hanno subito violenze
sessuali (23,7%), 3 milioni 961 mila violenze fisiche (18,8%). Circa 1 milione
di donne ha subito stupri o tentati stupri (4,8%).

Il 14,3% delle donne con un
rapporto di coppia attuale o precedente ha subito almeno una violenza fisica o
sessuale dal partner, se si considerano solo le donne con un ex partner la
percentuale arriva al 17,3%. Il 24,7% delle donne ha subito violenze da un
altro uomo. Mentre la violenza fisica è più di frequente opera dei partner (12%
contro 9,8%), l’inverso accade per la violenza sessuale (6,1% contro 20,4%)
soprattutto per il peso delle molestie sessuali. La differenza, infatti, è
quasi nulla per gli stupri e i tentati stupri.

 

Nell’ultimo anno (2007) il numero delle donne
vittime di violenza ammonta a 1 milione e 150 mila (5,4%). Sono le
giovani dai 16 ai 24 anni (16,3%) e dai 25 ai 24 anni (7,9%) a presentare i
tassi più alti. Il 3,5% delle donne ha subito violenza sessuale, il 2,7%
fisica. Lo 0,3%, pari a 74 mila donne, ha subito stupri o tentati stupri. La
violenza domestica ha colpito il 2,4% delle donne, quella al di fuori delle
mura domestiche il 3,4%.

Nella quasi totalità dei casi
le violenze non sono denunciate.
Il sommerso è elevatissimo e raggiunge
circa il 96% delle violenze da un non partner e il 93% di quelle da partner.
Anche nel caso degli stupri la quasi totalità non è denunciata (91,6%). È consistente
la quota di donne che non parla con nessuno delle violenze subite (33,9% per
quelle subite dal partner e 24% per quelle da non partner).

Le donne subiscono più forme
di violenza.
Un terzo delle vittime subisce atti di violenza sia fisica che
sessuale. La maggioranza delle vittime ha subito più episodi di violenza. La
violenza ripetuta avviene più frequentemente da parte del partner che dal non
partner (67,1% contro 52,9%). Tra tutte le violenze fisiche rilevate, è più
frequente l’essere spinta, strattonata, afferrata, l’avere avuto storto un
braccio o i capelli tirati (56,7%), l’essere minacciata di essere colpita
(52,0%), schiaffeggiata, presa a calci, pugni o morsi (36,1%). Segue l’uso o la
minaccia di usare pistola o coltelli (8,1%) o il tentativo di strangolamento o
soffocamento e ustione (5,3%). Tra tutte le forme di violenze sessuali, le più
diffuse sono le molestie fisiche, ovvero l’essere stata toccata sessualmente
contro la propria volontà (79,5%), l’aver avuto rapporti sessuali non
desiderati vissuti come violenza (19,0%), il tentato stupro (14,0%), lo stupro
(9,6%) e i rapporti sessuali degradanti ed umilianti (6,1%).

I partner responsabili della
maggioranza degli stupri.
Il 21% delle vittime ha subito la violenza sia in
famiglia che fuori, il 22,6% solo dal partner, il 56,4% solo da altri uomini
non partner. I partner sono responsabili della quota più elevata di tutte le
forme di violenza fisica rilevate. I partner sono responsabili in misura
maggiore anche di alcuni tipi di violenza sessuale come lo stupro nonché i
rapporti sessuali non desiderati, ma subiti per paura delle conseguenze. Il
69,7% degli stupri, infatti, è opera di partner, il 17,4% di un conoscente.
Solo il 6,2% è stato opera di estranei. Il rischio di subire uno stupro
piuttosto che un tentativo di stupro è tanto più elevato quanto più è stretta
la relazione tra autore e vittima. Gli sconosciuti commettono soprattutto
molestie fisiche sessuali, seguiti da conoscenti, colleghi ed amici. Gli
sconosciuti commettono stupri solo nello 0,9% dei casi e tentati stupri nel
3,6% contro, rispettivamente l’11,4% e il 9,1% dei partner.

Le violenze domestiche sono in
maggioranza gravi.
Il 34,5% delle donne ha dichiarato che la violenza
subita è stata molto grave e il 29,7% abbastanza grave. Il 21,3% delle donne ha
avuto la sensazione che la sua vita fosse in pericolo in occasione della
violenza subita. Ma solo il 18,2% delle donne considera la violenza subita in
famiglia un reato, per il 44% è stato qualcosa di sbagliato e per il 36% solo
qualcosa che è accaduto. Anche nel caso di stupro o tentato stupro, solo il
26,5% delle donne lo ha considerato un reato. Il 27,2% delle donne ha subito
ferite a seguito della violenza. Ferite, che nel 24,1% dei casi sono state
gravi al punto da richiedere il ricorso a cure mediche. Le donne che hanno
subito più violenze dai partner, in quasi la metà dei casi hanno sofferto, a
seguito dei fatti subiti, di perdita di fiducia e autostima, di sensazione di
impotenza (44,5%), disturbi del sonno (41,0%), ansia (36,9%), depressione
(35,1%), difficoltà di concentrazione (23,7%), dolori ricorrenti in 3 diverse
parti (18,5%), difficoltà a gestire i figli (14,2%), idee di suicidio e
autolesionismo (12,1%).

2 milioni 77 mila donne hanno
subito comportamenti persecutori (stalking
), che le hanno particolarmente
spaventate, dai partner al momento della separazione o dopo che si erano
lasciate, il 18,8% del totale. Tra le donne che hanno subito stalking, in particolare
il 68,5% dei partner ha cercato insistentemente di parlare con la donna contro
la sua volontà, il 61,8% ha chiesto ripetutamente appuntamenti per incontrarla,
il 57% l’ha aspettata fuori casa o a scuola o al lavoro, il 55,4% le ha inviato
messaggi, telefonate, e-mail, lettere o regali indesiderati, il 40,8% l’ha
seguita o spiata e l’11% ha adottato altre strategie. Quasi il 50% delle donne
vittime di violenza fisica o sessuale da un partner precedente ha subito anche
lo stalking, 937 mila donne. 1 milione 139 mila donne hanno subito, invece,
solo lo stalking, ma non violenze fisiche o sessuali.

 

7 milioni 134 mila donne hanno
subito o subiscono violenza psicologica:
le forme più diffuse sono
l’isolamento o il tentativo di isolamento (46,7%), il controllo (40,7%), la
violenza economica (30,7%) e la svalorizzazione (23,8%), seguono le
intimidazioni nel 7,8% dei casi. Il 43,2% delle donne ha subito violenza
psicologica dal partner attuale. Di queste, 3 milioni 477 mila l’hanno subita sempre
o spesso (il 21,1%). 6 milioni 92 mila donne hanno subito solo violenza
psicologica dal partner attuale (il 36,9% delle donne che attualmente vivono in
coppia). 1 milione 42 mila donne hanno subito oltre alla violenza psicologica,
anche violenza fisica o sessuale, il 90,5% delle vittime di violenza fisica o
sessuale

1 milione 400 mila donne hanno
subito violenza sessuale prima dei 16 anni
, il 6,6% delle donne tra i 16 e
i 70 anni. Gli autori delle violenze sono vari e in maggioranza conosciuti.
Solo nel 24,8% la violenza è stata ad opera di uno sconosciuto. Un quarto delle
donne ha segnalato un conoscente (24,7%), un altro quarto un parente (23,8%),
il 9,7% un amico di famiglia, il 5,3% un amico della donna. Tra i parenti gli
autori più frequenti sono stati gli zii. Il silenzio è stato la risposta
maggioritaria. Il 53% delle donne ha dichiarato di non aver parlato con nessuno
dell’accaduto

674 mila donne hanno subito violenze
ripetute da partner e avevano figli al momento della violenza
. Il 61,4% ha
dichiarato che i figli hanno assistito ad uno o più episodi di violenza. Nel
19,7% dei casi i figli vi hanno assistito raramente, nel 20,1% a volte, nel
21,6% spesso.

 

 

Posted in Violenza di genere | Comments Off on Violenza sulle donne – dati Istat 2007

MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE

 

 

INDECOROSE E LIBERE!
La violenza maschile è la prima causa di morte e di invalidità permanente
delle donne in Italia come nel resto del mondo. La violenza fa parte delle
nostre vite quotidiane e si esprime attraverso la negazione dei nostri
diritti, la violazione dei nostri corpi, il silenzio.
Un anno fa siamo scese in piazza in 150.000 per dire NO alla VIOLENZA
MASCHILE
e ai tentativi di strumentalizzare la violenza sulle donne, da
parte di governi e partiti, per legittimare politiche securitarie e
repressive e torneremo in piazza anche quest’anno perché i governi
cambiano ma le politiche restano uguali e, al giorno d’oggi, peggiorano.
In un anno gli attacchi alla nostra  libertà e autodeterminazione sono
aumentati esponenzialmente, mettendo in luce la deriva autoritaria,
sessista, e razzista del nostro paese.
Ricordiamo il blitz della polizia al policlinico di Napoli per il presunto
aborto illegale, le aggressioni contro lesbiche, omosessuali e trans,
contro immigrate/i e cittadine/i di seconda generazione. Violenza
legittimata e incoraggiata da governi e sindaci-sceriffi che vogliono
imporre modelli di comportamento normalizzati in nome del “decoro” e
della “dignità” impedendoci di scegliere liberamente come condurre le
nostre vite.
La violenza maschile ha molte facce, e una di queste è quella
istituzionale: vorrebbero risolvere la crisi economica e culturale che
stiamo vivendo smantellando lo stato sociale.
Per salvare le banche, rifinanziare le missioni militari all’estero e
militarizzare le nostre città tagliano i fondi ai centri antiviolenza, ai
consultori e a tutti i servizi che garantiscono alle donne libertà, salute
e indipendenza,
Con la legge 133 tagliano i fondi alla scuola e all’università pubblica
per consegnare l’istruzione nelle mani dei privati  determinando la fine
del diritto ad una istruzione gratuita e libera per tutte/i.
Con il decreto Gelmini, migliaia di insegnanti, maestre precarie, perdono
il posto di lavoro, e viene meno  un sistema educativo – il tempo pieno –
che sostiene le donne, consentendo loro una maggiore libertà di movimento
e autonomia.
L’obiettivo delle riforme del lavoro, della sanità, della scuola e
dell’università è di renderci sempre più precarie e meno garantite:
mogli e madri “rispettabili” rinchiuse nelle case, economicamente
dipendenti da un uomo, che lavorano gratuitamente per badare ad anziani e
bambini.
Non pagheremo noi la vostra crisi!

SABATO 22 NOVEMBRE
SAREMO DI NUOVO IN PIAZZA

PER RIBADIRE
con la stessa forza, radicalità e autonomia che la VIOLENZA MASCHILE non
ha classe né confini, NASCE IN FAMIGLIA, all’interno delle mura
domestiche, e NON È UN PROBLEMA DI ORDINE PUBBLICO
E AFFERMARE CHE
al disegno di legge Carfagna, che criminalizza le prostitute e impone
regole di condotta per tutte, che ci vuole dividere in buone e cattive, in
sante e puttane, in vittime e colpevoli, noi rispondiamo che

SIAMO TUTTE
INDECOROSAMENTE LIBERE!

al decreto Gelmini che ci confeziona una scuola autoritaria e razzista, noi
rispondiamo che VOGLIAMO TUTTE 5 IN CONDOTTA!

ai pacchetti sicurezza e alle norme xenofobe che ci vogliono distinguere in
cittadine/i con e senza diritti, rispondiamo che SIAMO TUTTE CITTADINE DEL
MONDO E ANDIAMO DOVE CI PARE!

Sommosse – Rete Nazionale di femministe e lesbiche
per adesioni: sommosse_roma@inventati.org

www.flat.noblogs.org 

 

Posted in Violenza di genere | Comments Off on MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE